MARIO CONSIGLIO - OSTILE ALLO STILE
Palazzo Albizzini, divenuto Fondazione Burri sin dal 1978, è stata meta di numerose visite da parte del piccolo Mario, di buon grado accompagnato dal padre Lucio, vero appassio- nato, che per primo lo ha iniziato ai grandi nomi dell’arte italiana, tra i suoi preferiti: Manzoni, Pascali e Pistoletto, anch’essi rinomati interpreti di un linguaggio rivoluziona- rio, eramente allergico alla tradizionale rappresentazione pittorica. Nel 1990, con l’apertura della seconda sede della fondazione Burri, presso gli Ex Seccatoi del Tabacco, Mario trova una palestra per allenare il suo ormai maturato talen- to. È in quegli anni che frequenta l’Accademia di Belle Arti di Urbino, dove fu allievo, tra gli altri, del noto poverista Pier Paolo Calzolari. Lo spirito di dedizione, con cui attraversa la propria ricerca, lo porta velocemente, alla messa a punto di un’esclusiva lavorazione artigianale, di materiali anomali, sino ad allora estranei al mondo della pittura, che renderà Mario Consiglio, in pochi anni, artista di fama internaziona- le. Tecnicamente il suo lavoro inizia con un disegno a matita, su una semplice tavola di compensato. L’immagine riprodotta viene quindi tagliata in precise porzioni sagomate e dunque scomposta in frammenti, ognuno dei quali viene “gon ato” ad arte con l’applicazione di so ce gommapiuma, che fedelmente, ne riprende la foggia. Tutti i pezzi, ora smisuratamente “lievitati” nei volumi, vengono successivamente rivestiti con fazzoletti di lycra, un tessuto estremamente elastico, che si adatta perfettamente alle forme prestabilite. Si tratta del materiale con cui vengono prodotti i costumi da bagno e pertanto disponibile sul mercato in in nite varianti di colore. All’opacita porosa di questa texture, egli oppone sovente la liscia lucentezza del vinile. Entrambi i tessuti, artisticamente inediti e super contemporanei, sono combinati consapevolmente, in un luminoso gioco di contrasti, che rievoca eleganze ed equili- bri compositivi, di “burriana” memoria. L’e etto dell’opera, una volta ricomposta nell’ordine dell’immagine originale, è a dire poco stravolgente. Palazzo Albizzini, now the Burri Foundation since 1978, has been the destination of numerous visits by young Mario, gladly accompanied by his father Lucio, a true enthusiast who rst introduced him to the great names of Italian art, including his favorites Manzoni, Pascali, and Pistoletto—all renowned interpreters of a revolutionary language ercely allergic to traditional pictorial representation. In 1990, with the opening of the second branch of the Burri Foundation, at the Ex Seccatoi del Tabacco, Mario discovered a gymnasium to re ne his now matured talent. It was during those years that he attended the Academy of Fine Arts in Urbino, where he was a student of the well-known Poverist artist Pier Paolo Calzolari. Mario's unwavering dedication to his craft swiftly led him to develop an exclusive artisanal technique, employing unconventional materials previously foreign to the world of painting, catapulting him to international acclaim within a few short years. From a technical standpoint, his artistic journey commences with a pencil sketch on a humble plywood board. The reproduced image is meticulously sectioned and deconstructed into fragments, each of which is skillfully 'in ated' with the application of soft foam rubber, faithfully capturing its shape. All the pieces, now immensely expanded in volume, are subse- quently draped in swaths of lycra, an extraordinarily elastic fabric that seamlessly conforms to the preordained shapes. This textile, commonly used for swimwear, o ers an array of color options in the market. Mario often juxtaposes the matte, porous texture of this fabric with the sleek sheen of vinyl. These two fabrics, artistically groundbreaking and profoundly contemporary, are consciously intertwined in a radiant interplay of contrasts, evoking the elegance and compositional equilibrium reminiscent of Alberto Burri's work. The resulting e ect, once reassembled into the original image's order, is nothing short of astonishing. 2 Alberto Burri, Monotex, 1986 Mario Consiglio “Black Wave”, 2003 “I cretti di Burri hanno un suono deep incredibile… una nota sola profondissima e bassa ma di grande potenza implosa… a me fa quest’e etto.” “Burri's cracks have an incredible deep sound... a single, profoundly low note but with immense imploding power... it has this e ect on me.”
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