ANTONELLA MAZZONI - ANATRA SOLITARIA AL TRAMONTO

Quella sera del 20 gennaio 2023 ero davvero eccitato, nalmente stavamo inaugurando la Galleria Mangano, non potevo credere che eravamo riusciti ad organizzare l’evento di Aschieri, esattamente come lo avevamo proget- tato per mesi. Mai avrei immaginato che, in quel vortice di emozioni, avrei anche stretto la mano della Mazzoni, e in poco tempo piani cato con lei la seconda mostra in agenda, si perché con Antonella si è generata immediata- mente empatia. Lei é solare, allegra, gioviale, il generoso sorriso e la risata contagiosa mi scortarono dolcemente in zona confort, dissolsero l’impaccio, dovuto alla venerazio- ne che provo nei suoi confronti, solo s orato nel momento in cui la guardai dritto negli occhi, quei fari luminosi pieni di energico entusiasmo. Come due amici di vecchia data parlammo per un’ora lata, ci scambiammo numeri e Instagram con la promessa di sentirci presto. Come disse qualcuno, nulla accade per caso, l’Empatia che si é genera- ta quella sera titola l’inedito ciclo che presentiamo in questa mostra personale. Una serie di tele, prevalentemen- te dal formato tascabile, da “leggere” tutte d’un ato: “non sono una pittrice: uso il pennello come fosse una biro. I miei quadri vanno letti”. Non a caso la storia di questo ciclo inizia in biblioteca, un luogo familiare dove Antonella, costante- mente alla ricerca di nuove verità, scopre una sensibile a nità con la pittura cinese classica, quell’universo “ine a- bile”, dipinto in mille anni, che lo studioso François Cheng de nisce: “una delle più alte vette raggiunte dallo spirito umano”. La sua attenzione cade fatalmente su un capolavo- ro di Tang Yin, tra i maestri della dinastia Ming. È il curioso titolo ad attrarla: “Anatra solitaria al tramonto”, ma dov’è l’anatra? Dov’è il tramonto? La gurazione è quella tipica del paesaggio, la più emblematica della pittura cinese, attraverso la quale gli artisti hanno rincorso la realizzazione del loro sogno, di una totale comunione con la Natura, e probabilmente ci sono riusciti. Nell’opera una casa sorge in primo piano, ai piedi di un’imponente montagna, animata da alberi dal fogliame rigoglioso. Si percepisce l’energia dell’universo, quel so o vitale condensato nella roccia e rarefatto nelle nuvole. Secondo il pensiero cinese, l’artista mira ad una bellezza in grado di accordare visibile e invisi- bile, realtà e illusione, in un alternanza di pieni e di vuoti che armonizzano il ritmo al respiro dell’In nito. Nel padiglione a acciato sul lago, due gure, una delle quali, accomodata su una sedia, contempla la natura, osservando 2 “Courtesy della Morte”, 1994, Acrilico su Tela, 18x22 cm

RkJQdWJsaXNoZXIy MjU1NDQ=